“Non rendere il visibile, ma rendilo visibile”.
Può essere concreta un’emozione? Una energia, un suono o una passione?
Paul Klee pronunciò queste parole agli inizi degli anni venti, voleva che l’arte fosse capace di riprodurre l’invisibile, anziché una semplice riproduzione di ciò che era visibile. Voleva rendere visibile ciò che invece non lo è. E Gilles Deleuze in “Logica della sensazione” ribadì questo concetto qualche decennio dopo: “Nell’arte, in pittura come in musica, non si tratta di riprodurre o di inventare forme, bensì di captare delle forze”.
“L’intangibile è seme del tangibile” diceva Bruce Lee. Noi non le vediamo quelle forze, ma vediamo le conseguenze di quelle forze, vediamo la
materializzazione che le stesse generano. Seppur invisibili, sono queste energie a creare la realtà materiale e a determinare i rapporti e le relazioni tra le sue componenti materiche. Tra le leggi della dinamica, la III legge di Newton, detta anche principio di azione e reazione, ci insegna che quando si esercita una forza sono sempre coinvolti due corpi: uno che attiva, l’altro che riceve. Per ogni forza esercitata da un corpo su un altro, ne esiste un’altra uguale e contraria. È così che stanno insieme quei quattro sassi. Insomma, una qualche energia che non vedo, “intangibile”, crea e tiene insieme tutto quello che
vedo, “tangibile”. Kant sosteneva che con la mente si modella la realtà. E la fisica quantistica, sebbene ancora in parte teorica, è quella che ci conduce più vicino alla comprensione di ciò. Quelle forze che non vedo funzionano allo stesso modo con la vita che viviamo. Sono le forze che non vediamo che comandano. Ogni tua azione sarà creata dai pensieri che avrai, e quella azione tornerà in qualche modo indietro, buona o cattiva che sia.
Molte culture antiche conoscevano questo. Noi abbiamo la fortuna di avere avuto in età moderna artisti che hanno espresso ed elogiato questi profondi concetti. Se vorrete, andate a visitare la Pinacoteca Ambrosiana qui a Milano, custode di uno dei più grandi capolavori di Raffaello, il cartone preparatorio per l’affresco della Scuola di Atene.
Raffaello pone l’uomo al centro dell’universo, come sua parte integrante, che con l’intelligenza e il pensiero domina la realtà.